Suoni e cellule staminali: le vibrazioni influenzano la nostra salute

È noto che fin dal principio la scienza ha utilizzato lo strumento della biochimica per influenzare il comportamento cellulare. Ed anche in tempi moderni, lo studio dei meccanismi di funzionalità cellulare si è spesso concentrato sui processi biologici.

Oggi, però, grazie alle scoperte della medicina quantistica si sta diffondendo l’idea che la terapia di molte malattie dell’uomo si possa basare anche su aspetti bio-fisici ovvero sull’energia vibrazionale.

Del resto la vibrazione è sempre stata associata alla creazione della materia e nelle antiche tradizioni religiose ed esoteriche i canti e i suoni venivano usati per indurre guarigioni fisiche e spirituali.

Secondo Carlo Ventura, specialista in cardiologia, professore ordinario di biologia molecolare alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, le nostre cellule ed in particolare le cellule staminali sono in grado di produrre e di sentire energie fisiche come il suono, le vibrazioni ed i campi elettromagnetici.

“Oggi possiamo usare le energie biofisiche per parlare alle cellule – ha affermato il Prof. Ventura durante il 28° congresso nazionale di medicina biologica – e raggiungerle all’interno dell’organismo ove risiedono. Le recenti scoperte nel campo della medicina rigenerativa hanno dimostrato che una terapia staminale efficace sfrutta il principio per cui le cellule staminali che noi trapiantiamo sono in grado di parlare alle staminali che già risiedevano in quel tessuto per riprogrammarle ed innescare qualcosa che fa parte della vita di tutti noi, si chiama autoguarigione”.

Rispondendo ad un’intervista apparsa sul blog della rivista “Scienza e Conoscenza”, Carlo Ventura ha affermato che: “Utilizzando campi magnetici opportunamente convogliati è possibile far acquisire a cellule staminali umane adulte, ottenute per esempio da tessuto adiposo, caratteristiche simil-embrionali, cosa che le ha rese in grado di orientarsi verso destini complessi, quali quello cardiaco, neuronale, muscolare, scheletrico. Sempre utilizzando queste energie fisiche siamo addirittura riusciti a orientare verso gli stessi destini cellule somatiche umane adulte non-staminali, quali i fibroblasti della pelle. Stiamo attualmente cercando di verificare se queste strategie possano essere applicate con successo per ripristinare elevate capacità differenziative in cellule staminali o somatiche umane adulte esposte a condizioni patologiche, ad esempio coltivate in una situazione di ipossia capace di mimare un contesto di danno tissutale.
Ciò è stato possibile perché le cellule (incluse le cellule staminali), producono esse stesse campi magnetici e vibrano di continuo con frequenze di oscillazione meccanica che possono cadere sia in un range udibile che subsonico. Queste caratteristiche cellulari sono anche alla base della capacità delle cellule di rispondere a tali stimoli fisici. Certo bisogna capire a quali profili di onde elettromagnetiche o vibrazioni meccaniche esse siano sensibili, anche in relazione al risultato differenziativo che si vuole ottenere. Questo non è facile e richiede esperimenti spesso complessi e di lunga durata”.

La vibrazione scatenata dall’energia sonora, dunque, può innescare processi virtuosi di riequilibrio energetico cellulare.

Per analogia anche le molecole d’acqua sono in grado di formare strutture cristalline armoniche o caotiche, in risposta alle diverse frequenze vibrazionali, così come dimostrato dagli studi di Masaru Emoto, famoso per aver fotografato i cristalli di acqua congelata sottoposta a determinate melodie.

La configurazione della matrice cristallina delle molecole d’acqua, legate fra loro da ponti idrogeno, cambia se si espone l’acqua liquida a suoni o parole diverse prima di causare la cristallizzazione con un rapidissimo abbassamento della temperatura.

In biologia queste informazioni energetiche sono mantenute dai Cluster, grappoli di molecole d’acqua che si stabilizzano quando vengono a contatto con energie fisiche (suoni, vibrazioni o campi elettromagnetici) e chimiche (le molecole di altri soluti) fungendo da stampi o impalcature stabili, capaci cioè di mantenere la loro architettura nel tempo: tale fenomeno è definito “memoria dell’acqua”.

La floriterapia, l’omeopatia, le terapie energetico-vibrazionali come l’agopuntura, la cromopuntura, l’uso dei cristalli ma anche la musica, i canti e i suoni delle campane tibetane sfruttano queste benefiche proprietà: indurre cioè una certa frequenza di guarigione nel corpo, proprio la frequenza necessaria per riportare in armonia la parte malata.

Nella terza edizione del libro “Medicina quantistica” di Piergiorgio Spaggiari e Caterina Tribbia (Ed. Tecniche Nuove), si apprende che lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ed i progressi delle tecnologie delle basse energie nei sistemi biologici, hanno permesso la realizzazione di apparecchiature nuove che consentono di rilevare energie sempre più deboli emesse dal corpo umano e di dimostrare conseguentemente che gli organi sono in grado di emettere campi elettromagnetici ultradeboli.

Secondo il professor Spaggiari, fisico e medico chirurgo: “Il DNA della cellula si comporta contemporaneamente come trasmettitore e ricevitore, in grado quindi di trasmettere e ricevere informazioni frequenziali. Qualunque molecola o cellula possiede una sua specifica frequenza naturale o frequenza di risonanza e può interagire, cioè risuonare, e quindi scambiare informazioni frequenziali con altre molecole o cellule aventi la stessa frequenza”.

In termini di vibrazioni, il corpo umano può essere paragonato ad un’orchestra sinfonica in cui ogni molecola corrisponde ad un particolare strumento con una particolare frequenza.

“Nei sistemi viventi – si legge nel libro di Spaggiari – campi elettromagnetici trasmettono, anche a lunga distanza, messaggi fra molecole con velocità pari alla velocità della luce, a condizione che i loro spettri di emissione e di assorbimento corrispondano. L’esistenza di codici di riconoscimento tra le molecole implica perciò l’esistenza di un livello elettromagnetico della materia vivente che dialoga con il livello chimico e che s’integra con esso”.

Dunque se le cellule funzionano come dei piccoli radioriceventi che risuonano alle onde elettromagnetiche della loro frequenza di risonanza, ci si aspetta che quando queste si ammalano comincino a vibrare ad una frequenza diversa da quella naturale e per guarirle basterà sottoporle alla frequenza giusta per obbligarle ad un sano riequilibrio spontaneo.

Il programma di ricerca sulla medicina quantistica molecolare, avviato nell’ultimo decennio da numerosi scienziati, si pone l’obiettivo di integrare la fisica quantistica con la biologia molecolare al fine di sviluppare una teoria unificata di tutte le pratiche di autoguarigione basate sulle energie fisiche deboli.

· TOMMASO GEROSA