I pilastri di una sana alimentazione

“Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, disse Ippocrate fondatore della medicina clinica nel lontano 440 a.C.

Egli arrivò a questo assunto proprio grazie alla grande capacità di analisi basata sul principio dell’osservazione, deducendo che la salute non è altro che un equilibrio interno fra psiche, ambiente ed umori corporei. Pertanto la scoperta fu che cambiando alimentazione si modificavano una serie di fattori fra i quali gli umori stessi e quindi la chimica corporea. Potevano essere promossi processi infiammatori oppure al contrario essere spenti od inibiti, contribuendo a sostenere i sistemi di autoguarigione.

Depurarsi con l’acqua

Venne dimostrato che il primo pilastro su cui si basa il mantenimento di uno stato di salute è favorire la disintossicazione e depurazione del terreno organico, bevendo della buona acqua.

L’acqua è da sempre considerata assolutamente indispensabile per la vita umana poiché il nostro corpo ne è composto al 75/80%. Considerando che ogni giorno 70/80 miliardi di cellule muoiono e altrettante rinascono, si può affermare che in un anno ricambiamo una massa di cellule pari alla massa del corpo stesso e l’acqua in cui sono immerse (matrice) è il mezzo grazie al quale si nutrono e si riproducono. Più il mezzo è pulito, drenato e ben tenuto, maggiore è la probabilità che non vi siano alterazioni nella riproduzione.

Tutte le funzioni metaboliche avvengono in ambiente acquoso, dal trasporto delle sostanze nutritive, al trasporto degli scarti, verso gli organi emuntori per l’eliminazione delle scorie. Risulta quindi importante bere dal litro e mezzo ai due litri di acqua al giorno nella quale vi sia una bassa presenza di sodio ed un’alta concentrazione di bicarbonati e calcio per alcalinizzare il più possibile l’ambiente.

Obiettivo alcalinizzazione

L’alcalinizzazione o basificazione corporea è infatti il secondo pilastro sul quale si fonda la salute. Lo stato di acidosi cronico può creare le basi per diverse patologie di tipo infiammatorio. Ma cos’è l’acidosi? È una condizione che avviene normalmente nell’organismo come reazione metabolica chimica, per esempio dopo aver effettuato uno sforzo fisico ripetuto a lungo nel tempo (acido lattico), oppure dopo l’uso di farmaci, o ancora a seguito di periodi di lungo stress. Lo stato di perenne allerta infatti crea un carico eccessivo da gestire producendo una reazione acidificante.

Quando l’organismo cerca di affrontare una situazione che percepisce come pericolosa, si generano ormoni che provocano la contrazione dei muscoli e la dispersione dei fattori digestivi, con il risultato che anche il cibo alcalinizzante diventa acido. Naturalmente anche semplicemente un’alimentazione prevalentemente acida, cioè non bilanciata correttamente, provoca acidosi dei tessuti, che si può misurare con una cartina al tornasole indicata per conoscere il ph delle urine, se è maggiore di 7 va bene, se è minore di 7 vi è acidosi. Essa provoca stati infiammatori latenti con sintomi quali: stanchezza, cefalea, dolori vari, allergie, intolleranze, aumento dei radicali liberi. Questi ultimi sono dei prodotti metabolici scartati dalle cellule una volta avvenuta la respirazione cellulare per produrre energia, che nelle giuste quantità servono per contrastare le infezioni, se aumentano di numero, provocano un invecchiamento dei tessuti ossidandoli. Risulta quindi importante introdurre un’alimentazione che contempli l’80% di cibi basici e il 20% di cibi acidi. A questo proposito sono disponibili ormai ovunque delle tabelle con elenchi nei quali sono presenti in modo specifico gli alimenti acidi e basici con i relativi valori.

Per semplificare possiamo affermare che quasi tutta la verdura e la frutta è alcalinizzante al 100%, i cereali ed i legumi sono debolmente acidificanti, mentre tutte le proteine animali e lo zucchero (dolci complessi compresi), sono altamente acidificanti.

Consigli pratici

Vale la vecchia regola: colazione da re, pranzo da principi e cena da poveri, ovvero la parte più consistente del nutrimento giornaliero andrebbe assunto nella prima metà della giornata, poiché sia gli organi emuntori che quelli adibiti alla digestione risultano nella loro massima fase funzionale. Alla sera e durante le ore notturne è invece più attiva la fase di disintossicazione del corpo ed il ripristino energetico che non deve essere contrastato da un lavoro di digestione elaborato.

Molto importante poi è l’origine e la qualità del cibo che assumiamo, che dovrebbe essere di provenienza biologica ed il più integrale possibile. L’obiezione a questo proposito più comune è: “con tutto l’inquinamento che c’è che beneficio ne traggo?”

È certamente difficile sottrarsi a tutto questo degrado ambientale, però si può decidere di alimentarsi con cibi che non contengano additivi chimici, che non abbiano coloranti e conservanti (meglio il freddo) e che siano cotti in modo semplice. Alimenti integrali e prodotti con tecniche naturali (anche di allevamento), rispettando la stagionalità. I vantaggi sono molti a partire dalla riduzione del rischio di sviluppare patologie “non aggiungendo chimica alla chimica” già presente abbondantemente nel sistema. Da ciò ne sussegue un rafforzamento e potenziamento del sistema immunitario che stabilisce anche un raggiungimento dell’equilibrio psico/fisico; infatti abbassando lo stress corporeo dovuto a piccoli malesseri quotidiani, aumenta il benessere psichico.

È comunque ormai ben nota la correlazione fra la qualità degli alimenti ed il mantenimento di uno stato di salute.

La manipolazione industriale alimentare, con il conseguente impoverimento di quasi tutti i valori vitaminici e nutrizionali presenti nei cibi, ed altresì l’arricchimento di sostanze chimiche considerate nemiche dall’organismo, ha portato in maniera innegabile ad un aumento delle intolleranze alimentari, delle problematiche autoimmuni e delle manifestazioni infiammatorie legate al sistema emuntore “pelle”, fino al cancro.

L’azione dell’alimento dentro di noi

Vi sono stati alcuni grandi scienziati come Catherine Kousmine (medico e ricercatrice svizzera) fondatrice di un metodo alimentare per prevenire e curare le malattie degenerative attraverso il ritorno ad una alimentazione più sana e semplice.