Moxa, quando usarla e quali sono i benefici

La moxa è un rimedio dalle origini millenarie, non invasivo, molto noto nella Medicina Tradizionale Cinese, importato in Occidente da alcuni commercianti olandesi a partire dal Settecento efficace ed è efficace nei trattamenti di problematiche causate da Freddo o Umidità.

Il nome significa “erba che brucia”, proprio perché viene ricavata dall’essiccamento delle foglie dell’Artemisia vulgaris (l’Assenzio cinese).

Quando il naturopata utilizza la moxa

Nella Medicina Tradizionale Cinese la moxa è efficace nei trattamenti di problematiche causate da Freddo o Umidità; la si può usare sia per disagi acuti sia cronici e dolorosi fra cui:

· dolori articolari e contratture muscolari

· dolori a schiena,

· spalle e collo

· infiammazioni dovute a ritenzione e ristagno di liquidi

· blocco digestivo e diarrea

· mal di testacistite ed emorroidi.

Oltre a quelli sopracitati, la moxa ha dato riscontri positivi anche per il trattamento di problematiche psico-emotive, come depressione, ansia e insonnia e disagi dell’apparato respiratorio come raffreddore, asma, faringiti e laringiti.

La Moxa è un ottimo strumento terapeutico anche nei casi in cui si verifichino dolori articolari, in presenza di fratture e microfratture, cervicalgia, lombalgia e perdita di sensibilità in zone articolari. Il Naturopata può scegliere di utilizzarla anche per tonificare e aumentare l’energia del corpo di chi sta trattando.

Il calore della moxa è molto penetrante, piacevole e la sua applicazione si basa sugli stessi punti utilizzati dall’agopuntura.

Utilizzo pratico della moxa

La moxa, come accennato prima, può avere più formati, sigaro o lana sfusa. L’utilizzo richiede pratica e conoscenza della tecnica, varia a seconda del materiale e si divide in 3 fasi principali: l’accensione, l’applicazione e lo spegnimento.

Come si accende

Le tecniche di accensione possono essere diverse a seconda del tipo di moxa che usi e devi essere preciso e attento nel manovrare la brace che si crea sul cono o sul sigaro.

Come si usa

La moxibustione può essere utilizzata attraverso il metodo indiretto o diretto.

Il metodo indiretto si effettua avvicinando l’estremità del sigaro acceso al punto da stimolare ad una distanza di circa 3 cm. per 10/15 minuti.

Possiamo utilizzare il sigaro creando una rotazione che consente di raggiungere un’area più vasta rispetto al punto interessato, avvicinandosi progressivamente ad esso con un movimento spiraliforme che procede dall’esterno verso l’interno.

In alternativa possiamo applicare il metodo “a becco di passero” in cui il sigaro viene allontanato e riavvicinato alla pelle imitando un uccello che becca.

Il procedimento si ripete fino a che il punto diventa caldo e leggermente arrossato.

Alcune manipolazioni possono essere aggiunte nel caso in cui il calore sviluppato sia troppo forte, provocando sensazioni eccessive alla persona sottoposta che, al contrario, dovrebbe avere la sensazione del calore che penetra lentamente e progressivamente senza mai raggiungere una sensazione spiacevole (è bene ricordare che questa soglia di sensibilità è diversa per ciascun individuo).

Il secondo metodo prevede l’uso diretto di coni di lana di moxa grandi circa come un chicco di riso posti sul punto prescelto. Talvolta viene utilizzato del materiale posto tra la pelle e il cono (generalmente si usano fettine di zenzero, di aglio o sale grosso).

Come si spegne

Lo spegnimento deve essere eseguito con cura, soprattutto rispetto ai coni di moxa, che devono essere prelevati con delicatezza attraverso l’uso di apposite pinze, mentre il sigaro prevede solitamente lo “spegni moxa” in legno, dove viene infilata la parte accesa che ne consente lo spegnimento.

Sebbene la moxibustione sia una pratica semplice da usare, è sempre utile rivolgersi a un operatore esperto, un naturopata, o ad un medico agopuntore che può mostrarci come utilizzarla e quali punti specifici scaldare.

Tratto dal blog di LUMEN www.naturopatia.org/blog

· Soili Rainieri