I benefici della visualizzazione meditativa

La meditazione, dal termine latino meditatio ossia riflessione, è una pratica che si basa sulla tecnica di concentrazione su di un elemento (detto seme o bija), al fine di far cessare le distrazioni della mente e raggiungere uno stato di silenzio interiore e di pace. Il primo riferimento esplicito alla meditazione giunge dalle Upanishad, sacre scritture induiste del Vlll – IX secolo a.C. Il concetto è stato ripreso poi nella psicosintesi di Assagioli, intendendo per meditazione uno stato di coscienza ottenuto indirizzando l’attenzione su di un oggetto, oppure mediante la capacità di svuotare completamente la mente dai suoi contenuti.

In questa sede tuttavia, si tratterà di visualizzazione meditativa, pratica anch’essa mutuata dagli antichi scritti sacri vedici e dalla filosofia dello yoga.

Si tratta di un prezioso strumento grazie al quale è possibile fare un viaggio all’interno di se stessi, varcando le soglie dell’inconscio. La visualizzazione meditativa serve a imparare a vedere la mente, comprendere le dinamiche psichiche, orientare la propria percezione e progressivamente avvicinarsi a un livello elevato di consapevolezza.

L’obiettivo di questo viaggio introspettivo sarà il raggiungimento di una coscienza più chiara delle proprie risorse e qualità interiori, una più sana gestione di emozioni, pensieri e tendenze e un approccio più consapevole e spiritualmente elevato nei confronti della vita. Attraverso la visualizzazione meditativa si fa esperienza concreta di condivisione profonda, si impara a pensare e a vedersi in modo nuovo, più libero e creativo, fondato su alti principi etici di valenza universale. In sanscrito meditazione si traduce Dhyana, dalla radice Dhy, da cui deriva il termine Dyra, che significa saggio. Questo indica che si tratta di una dinamica che non suscita solo un pensiero semplice, ma una visione superiore, da cui scaturisce illuminazione e saggezza.

La capacità di visualizzare è una delle più potenti facoltà creative dell’uomo. Questo lavoro che cede la guida a un archetipo superiore, compare anche nella scuola Junghiana della cultura occidentale, con il ruolo del simbolo e del mito. Nella tradizione vedica, invece, il simbolo é un’espansione della coscienza universale e la realtà percepita attraverso il simbolo sacro proviene da Dio.

Tramite la visualizzazione meditativa sull’immagine sacra ad esempio, il soggetto è attratto ed entra in contatto con la sfera del divino e, di conseguenza, con la coscienza cosmica. Modificando gli scenari della mente, si trasformano la realtà psichica e quella spirituale. Poiché il sistema nervoso non distingue fra immaginazione e realtà, quando in meditazione trasformiamo le immagini, riusciamo a cambiare anche la realtà. Ciò che abbiamo patito nel passato non può cambiare, ma si possono modificare gli effetti del passato sul presente ed elaborare i contenuti al fine di superare i blocchi emotivi e le sofferenze.

Per tutto quanto esposto, si può affermare che la visualizzazione meditativa é un’esperienza terapeutica e liberatoria dai condizionamenti e dai vincoli dovuti ai processi psichici negativi. Concludendo, l’evidenza scientifica dimostra che durante tale pratica, il soggetto attiva un transfert energetico per cui le emozioni nocive vanno a destrutturarsi, correggendo quelle tendenze che sono la base dei disturbi della personalità.

· Irene Harari