Il viaggio sciamanico

Lo sciamanesimo affonda le sue radici in culture millenarie, in una tradizione, quella sciamanica, trasversale a popoli in ogni parte del mondo. Il viaggio sciamanico, fra le pratiche, è forse la più nota e la si incontra in ogni cultura di tradizione. Solitamente possiamo dividere il viaggio in due tipologie: quello che lo sciamano intraprende da solo, per ottenere risposte per se stesso, per chi avesse chiesto consiglio o aiuto (per la sua comunità o per il mondo intero) e quello che lo sciamano conduce per permettere ad altre persone di intraprendere il proprio personale viaggio.

Viaggio verso dove? Viaggio nei mondi invisibili, al di fuori dell’esistenza materiale, fra quelle energie e frequenze più sottili dove, è possibile ottenere risposte, guarigioni e risolvere traumi. Componente fondamentale di questa pratica è il suono, che la accompagna da sempre in tutte le culture ed in tutte le tradizioni. Lo strumento più usato è il tamburo, al quale si affianca spesso il sonaglio e altri strumenti diversi come le campane tibetane dello sciamanesimo nepalese-hymalaiano, il didjeridoo dell’Australia, il vargan (l’italiano scacciapensieri) delle culture siberiane e della Yakutia. Il suono favorisce centratura e permette il distacco dalla mente razionale, andando a stimolare nel cervello la produzione di onde Thetha, che il cervello utilizza in stato di meditazione molto profonda.

Lo sciamano, accompagnato dal suono del suo strumento riesce a viaggiare fuori dalla realtà ordinaria, senza limiti di spazio e tempo. Il tamburo, è il cavallo dello sciamano per il suo viaggio e grazie al suo ritmo ed alle sue vibrazioni, aiuta il suo “cavaliere” in questo percorso. Lo sciamano può anche guidare altre persone nel loro personalissimo viaggio, può trattarsi di un solo individuo oppure di un gruppo.

Prima di iniziare, è fondamentale stabilire l’intento, lo sciamano ha il ruolo di condurre e tutti i partecipanti sono coinvolti attivamente.

Secondo la tradizione esistono il mondo inferiore, di mezzo e superiore dove è possibile incontrare il proprio animale guida, la propria guida spirituale e intraprendere viaggi al di fuori dello spazio tempo, così come concepito nella realtà materiale, per provare a risolvere traumi del passato, portare guarigione a livello fisico, energetico ed emozionale o spirituale.

Come si svolge un viaggio sciamanico?

Fissato lo scopo, il battito del tamburo avvolge i partecipanti e l’energia dello sciamano li coinvolge per accompagnarli durante il viaggio. Se lo scopo è incontrare il proprio animale guida o la propria guida spirituale, i partecipanti vengono guidati anche con la voce per far sì che possano visualizzare il percorso del viaggio fino all’incontro previsto. Quando vengono lasciati alla propria esperienza di contatto con quell’energia, è possibile chiedere informazioni, aiuto, guarigione e conoscere meglio se stessi.

Un viaggio molto particolare che viene svolto individualmente, è il “recupero di frammenti d’anima”. Secondo la cultura sciamanica, l’Anima di ogni individuo è composta come un puzzle da tanti frammenti.

Può capitare che a causa di un trauma emozionale, fisico o spirituale, uno o più frammenti si distacchino, portando la persona che lo ha subito ad avvertire come un senso di incompletezza nella propria esistenza, fino a sintomi fisici e psicologici.

In questo caso lo sciamano accompagna la persona al momento del trauma per poterlo vivere con distacco, comprenderlo e lasciarlo andare.

Permettendo a quel frammento d’Anima che “si era perso” di riallacciarsi e consentire un nuovo continuo di vita, più completo e soddisfacente su tutti i piani.

· Mariano Minolfo