Non esistono al mondo due individui con iridi identiche tra loro: le nostre iridi infatti sono uniche come le nostre impronte digitali. Il loro colore e le loro variazioni strutturali costituiscono la prova, geneticamente stabilita, della nostra unicità. Tutto ebbe inizio da una civetta. Un giorno l’adolescente Ignatz Von Peczely si imbattè in una civetta intrappolata nel suo giardino e decise di prendersene cura. Osservando l’animale notò in un’area dell’iride del volatile un segno scuro che, man mano che la cura procedeva, diventava sempre più sbiadito, come a testimoniare un