Ognuno di noi ha un linguaggio interno che si manifesta al di là dell’aspetto conscio e più superficiale di ciò che accade. Un linguaggio che agisce, cioè, più in profondità rispetto a ciò che percepiamo razionalmente.
Questo linguaggio dell’inconscio è conosciuto come “credenza” in psicologia e psicoterapia, mentre nelle grandi trazioni sapienzali viene definito come “codice”.
Il linguaggio dei codici di fatto crea la realtà che viviamo perché è da esso che scaturiscono le nostre esigenze più autentiche e profonde, le quali agiscono a livello inconscio portandoci a pensare e a provare delle emozioni che si trasformeranno in azioni, comportamenti, scelte e quindi destino. Per questo motivo diventarne consapevoli ci permette di comprendere la natura e le dinamiche delle nostre scelte: dall’andare in un luogo piuttosto che in un altro, scegliere il partner, il lavoro, le amicizie e così via.
Una volta compresi i nostri codici/ credenze abbiamo la possibilità di essere consapevoli delle scelte che prendiamo e, se lo desideriamo, di lavorarci per modificarli e diventare pienamente artefici della realtà che viviamo e quindi della nostra vita.
Le credenze/ codici possono essere riconosciute a partire da tre approcci:
• Approccio mentale, cioè facendo emergere attraverso un’analisi, delle domande precise che poniamo a noi stessi, e delle risposte attente e sincere attraverso le quali mettiamo in evidenza informazioni, idee e pensieri che determinano il nostro agire.
• Approccio intuitivo, che si trova a metà fra la ragione e l’emozione e fonda le sue basi su indizi e sensazioni, senza la mediazione della logica o dell’analisi. L’intuizione non è analizzabile perché non controllata volontariamente, può essere definita come una specie di “ispirazione” prodotta, secondo la scienza, nell’area cerebrale della ghiandola pineale.
• Approccio meditativo, cioè facendo emergere attraverso lo stile di vita o la pratica della meditazione, la pura coscienza di essere che elimina il superfluo, ripristina la lucidità mentale, purifica le emozioni e riconduce all’essenziale.
Dopo averli riconosciuti, aver cioè identificato l’impressione profonda che ci portiamo dentro, è importante: isolarla e sentirla nel corpo (ci sarà una parte del corpo in cui la sentiamo maggiormente); purificarla a partire dal corpo cioè attraverso il rispiro e caricarla, trasformandola sempre a partire dal corpo, con delle pratiche meditative che uniscono intenzione, respirazione e visualizzazione.
È necessario nutrirci e sviluppare, attraverso queste pratiche, l’impressione opposta, rafforzandola e impegnandoci a farla prevalere nel sentire e nell’agire quotidiano.
A prescindere dai tre approcci summenzionati, decodificare i propri codici richiede sicuramente intuizione (dal latino “in”= dentro e “tueri”= guardare) cioè capacità di guardarsi dentro. Guardare autenticamente, in profondità, cosa accade dentro noi stessi andando oltre l’apparenza e con curiosità ed il coraggio di esplorare.
I codici vanno a sviscerare, a toccare, quelle impressioni e sensazioni base, che sono come un calco che abbiamo dentro e dal quale hanno origine tutta una serie di pensieri e di idee. Essi agiscono in noi come dei ripetitori che emettono costantemente quelle impressioni base, quegli impulsi.
Alcuni esempi di codici possono essere: mi manca qualcosa, non sono abbastanza, sono solo, gli altri mi rifiutano, verrò abbandonato, non so amare, sono inadeguato etc.
È interessante anche considerare che i nostri codici/credenze, a seconda di ciò che accade nella nostra vita possono diventare dormienti o latenti oppure esaurire la loro carica. Allo stesso modo può accadere che ne creiamo di nuovi, per questo è centrale la cura del nostro ambiente interno ed esterno e la consapevolezza dei nostri pensieri e delle nostre emozioni.
Una tale presa di consapevolezza rispetto a noi stessi, al nostro delicato “funzionamento” ed alla vita, richiede una grande responsabilità oltre che un continuo lavoro su noi stessi da attuare con pazienza, costanza amore e perseveranza, come insegna il mio maestro, al quale va il mio più profondo ringraziamento per il dono della sua conoscenza, della sua luce e della sua presenza.
· Eliana Di Baja