Yoga ed esperienza di sè: la vera dimensione umana

La prima volta che praticai yoga ero convinta di approcciarmi ad uno sport che si concentrasse sull’attività fisica con la positiva conseguenza di tranquillizzare i pensieri allontanando ansie e frustrazioni. Partecipai ad una lezione gratuita durante la quale ne approfittai per esprimere al massimo che potessi le mie performance sportive tanto che a tratti mi chiedevo dunque lo yoga è tutto qui? Movimenti semplici, controllati e ripetuti? Col senno di poi mi sono dovuta ricredere. Mano mano che approfondivo la mia frequentazione al centro di discipline olistiche – fondato da Françoise Berlette -in realtà iniziavo a prendere coscienza che quei movimenti, ognuno di essi, possedeva una saggezza intrinseca che sfuggiva ad una mia piena comprensione. Abituata com’ero ad un apprendimento analitico e allo studio delle cose secondo la facoltà razionale non avevo ben chiaro perchè dopo la lezione giungesse la leggerezza corporea ma soprattutto la lucidità mentale; una lucidità che potrei dire somigliava alla freschezza di pensiero che segue il riposo ristoratore. Questi e altri temi mi hanno incuriosita così tanto che nei mesi successivi decisi di immergermi in modo esperienziale nello yoga per portare avanti un progetto che tutt’ora arricchisce la mia vita: incontro diversi maestri e mi misuro con l’insegnamento della disciplina da oltre cinque anni ma certamente non posso dire di aver concluso il mio percorso di ricerca. Tutt’altro! Quando pensavo di saperne tutto la vita mi presenta una nuova sfida. Iniziai nell’estate del 2020 a soffrire di crisi di panico dovute ad un forte stress delle cui cause presi coscienza nei mesi successivi. Il problema era più reale che mai: facevo molta fatica a prendere sonno, il riposo era disturbato e la mattina mi svegliavo stanca e affaticata. Coricarmi era divenuta una specie di tortura e stavo compromettendo la mia salute fisica.

Quasi per caso mi imbattei in un maestro che mi iniziò allo yoga Nidra, ovvero quella pratica che consente di accedere ad uno stato di sonno dinamico grazie al quale si arriva al completo rilassamento fisico, mentale ed emozionale. Era proprio in questo ultimo aspetto che la mia esplorazione era carente. Yoga Nidra, che è una pratica tantrica, mi ha consentito di sperimentare un nuovo tipo di riposo introducendo ill sankalpa come mezzo trasformativo. Inutile dire che sono riuscita ad andare ben oltre al raggiungimento di un semplice sonno di qualità, che peraltro riacquisì in poche settimane. L’insegnamento tradizionale di Patanjali ci dice che yoga altro non è che calmare le fluttuazioni della mente e per fare questo abbiamo diverse strade che le yogini e gli yogi nel corso dei secoli ci hanno lasciato in eredità. Si tratta dei noti 8 passi sintetizzati in Yama, Niyama, Asana, Pranayama, Pratyahara, Dharana, Dhyana, Samadhi. Questa definizione non esaurisce tutte le possibili manifestazioni della disciplina, tuttavia porta chiaramente l’attenzione su ciò che yoga non è. Come la discepola che ero all’inizio molti praticanti si avvicinano allo yoga con pregiudizi, incantati forse dalla forma di una estetica rassicurante e instagrammabile. Evitando fraintendimenti chiarisco che non mi voglio scagliare contro i mezzi social (utilissimi per far conoscere al grande pubblico metodi e discipline) ma piuttosto invitare i praticanti a fare esperienza di sè sfruttando anche lo yoga come piano di sviluppo spirituale. Il viaggio interiore è il dono più grande che possiamo fare a noi stessi per espanderci come individui consapevoli che operano nella cooperazione, nella fiducia e nell’abbondanza. Namaskar.

· Chiara Orlandi