A chi non è capitato di trovarsi nella condizione di dover fare qualcosa controvoglia, semplicemente perché qualcuno ce lo ha chiesto, sia esso il coniuge a casa, il superiore al lavoro ma anche gli amici o i genitori?
Tutti ci chiedono qualcosa che non vorremo fare, che non fa parte di noi, ma che in qualche modo ci sentiamo costretti a fare semplicemente per non deludere chi ci sta vicino. Il problema non è assecondare di tanto in tanto le esigenze dei nostri cari ma cronicizzare un siffatto stato emotivo.
Sono proprio queste situazioni d’invadenza del nostro spazio interno che a lungo andare non ci fanno sentire completamente noi stessi e possono creare dei fastidiosi disturbi quali ansia, attacchi di panico e nei casi più gravi depressione. Uno dei bisogni più importanti nella società moderna è quello di “essere accettato”, di poter appartenere ad un gruppo. A volte si teme di essere maleducati oppure si sente il bisogno di voler aiutare gli altri a tutti i costi, infine esiste anche la paura di tagliare il legame di una relazione importante.
Per alcuni è una questione di carattere, per altri di educazione.
Ciò può dipendere dalle proprie esperienze di vita o da modelli familiari basati su un’educazione troppo rigida, che non ha permesso lo sviluppo di una buona valorizzazione di se stessi. Dietro l’incapacità di dire di no può nascondersi, infatti, anche la mancanza di autostima.
Quando si vive con la paura di dire di no, di non essere come gli altri vorrebbero o di non soddisfare i loro bisogni, in realtà stiamo mettendo al primo posto le esigenze altrui, senza ascoltare noi stessi.
Per far sì che un rapporto funzioni, dobbiamo innanzi tutto sentirci a nostro agio e liberi di esprimere i nostri desideri e le nostre opinioni, altrimenti prima o poi quel rapporto è destinato a finire.
Guai a rinunciare al nostro spazio vitale con l’intento di soddisfare le aspettative altrui: dobbiamo essere liberi di renderci unici, se questa sorgente vitale viene bloccata rischiamo di diventare uno strumento in mano agli altri con la conseguenza di instradarci verso il disagio e la malattia.
Dire di no, significa non rispondere e non adeguarsi alle pressioni cognitive e sociali dettate da terzi e questo permette di mettere in luce i propri bisogni e tutelare i propri valori personali.
Ma, allora, qual è il modo migliore per rifiutare una richiesta?
Innanzi tutto bisogna allenarsi nel provare a dire di no per non rimanere impreparati nel caso si presentasse questa evenienza. A tal proposito può essere utile costruirsi delle frasi pronte del tipo: “Grazie, ci penserò” o “D’accordo valuterò con più calma” da utilizzare all’occorrenza. In effetti posticipare una risposta aumenta la possibilità di dire no. Essere semplici e diretti nel dare una risposta aiuta, magari addolcendo il tono della voce per far si che il no detto non offenda troppo le persone.